Letteratura
La forma del racconto
I personaggi e la voce narrante
Docenti
Il corso
Corso leggero di sei lezioni in diretta online con dispensa di esempi dai classici contemporanei ed esercizi pratici guidati e commentati dal docente.
Mi appoggio a McEwan per l’elogio della scrittura, anzi della letteratura: perché scrivere? Perché nella letteratura tutto è imprevedibile. Nel nostro laboratorio di scrittura si inventa il presente e si dà una nuova lettura del passato. Si riscrivono le vite. Si parla di storia e non solo di storie, e di come sarebbe potuta andare. McEwan in “Macchine come me”, lo fa, una fantascienza nel passato. Questo gioco della verità inventata fa parte del nostro Homo Sapiens. E cita Kipling: gli uomini non sono fatti per distinguere la verità dalla menzogna.
Scrivere ha a che fare con questo. Gli uomini si annoiano di ogni nuova invenzione, ma non della letteratura… Le nostre tendenze narrative, parlo da Homo Sapiens dietro ad Harari (Homo Deus ecc.), ci fan scoprire o addirittura fanno esistere la nostra identità. A qualcuno non piace, e infatti questo qualcuno nemmeno legge. Agathe della Bomann per esempio: non vuole saper niente di sé e quindi non fa niente. Il personaggio di McEwan preconizza la fine del romanzo: quando il connubio tra uomini e donne sarà completo e ci si leggerà vicendevolmente la mente non ci sarà più bisogno di letteratura per illuminare gli angoli bui dell’essere. Visione tragica in ogni caso, da Black Mirror: leggere per denudare gli altri? Scrivere per spogliarsi? E tecnologie applicate al cervello per non parlare più? Mah! Resisterà solo lo “Haiku” con la sua lapidaria percezione e celebrazione delle cose per quelle che sono. Le parole suggeriscono idee. Immaginiamoci i racconti! Dunque partecipate al corso. C’è ascolto per tutti.