Letteratura
“Non ti farai immagine”: arte, rappresentazione ed ebraismo biblico

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Il corso
L’interdetto biblico alla rappresentazione è qualcosa di molto più complesso di quello che potrebbe sembrare: non è certo un divieto alla creazione – e non è nemmeno la negazione dell’arte e del piacere estetico. Anzi, potremmo forse dire che proprio la sua reale portata, vale a dire la proibizione di “completare” e cioè chiudere la rappresentazione con la pretesa di esaurire il senso della cosa rappresentata, è una delle vie più importanti, poiché non blocca il divenire e i mille volti dinamici del vivente e del possibile.
La positiva e anche tragica sfiducia che l’arte della modernità e della contemporaneità ha dimostrato nei confronti di una rappresentazione acritica e priva di complessità, la la destrutturazione del figurativo e la stessa negazione del meccanismo della prospettiva classica, avvicinano per molti aspetti alcune caratteristiche che appartengono anche alla riflessione biblica ed ebraica sull’immagine e la rappresentazione.
La riflessione biblica ci propone quindi una visione critica antichissima e moderna insieme, che in questo nostro tempo iper-iconico, in cui siamo spesso letteralmente sepolti e saturati dal bombardamento mediatico delle immagini, apre prospettive salvifiche inaspettate.
Analizzeremo questa proposta a partire da una lettura ebraica dei testi biblici coinvolti, così da consentire anche a chi non conosce la lingua di entrare nelle profondità della visione ebraica; cercheremo anche di creare un ponte tra l’estetica occidentale, il testo sacro e le indicazioni che i saggi d’Israele ne hanno saputo fornire.